La mia missione di vita

Una domanda che mi viene posta spesso è “perché sei così appassionato al tuo lavoro?”.

La mia missione di vita è il buon udito: ho toccato con mano cosa vuol dire avere incomprensioni e malintesi a causa di problemi banali. Sono convinto che molti attriti familiari e molti disagi personali siano risolvibili semplicemente curando l’udito.

Mi sembrava di essere in una bara, da viva

Questa è la citazione di una paziente che ho incontrato anni fa e che faceva un paragone tra prima e dopo aver corretto il suo udito.

Ciò che molti non comprendono è che il calo uditivo spesso ha ripercussioni psicologiche. La vita di una persona che sente poco è incerta:

  • non so mai se ho capito davvero tutto quello che mi è stato detto
  • spesso devo rielaborare la frase perché ciò che ho capito non ha senso
  • talvolta devo fare appello a tutte le forze mentali per riuscire a seguire un discorso.

Tutte queste cose possono tradursi in affaticamento mentale costante, ansie, insicurezze, il paziente sa di non essere a posto al 100% e questo lo mortifica, anche se non se ne accorge.

Il calo visivo separa le persone dalle cose, il calo uditivo separa le persone dalle persone.

La mia missione di vita è continuare il lavoro svolto da mio padre per oltre 40 anni: aiutare le persone a tornare a sentire come una volta.

Quando torni a sentire, sembra che il mondo si apra e ridoni tutti quei suoni che sono stati persi nel tempo: il cinguettio degli uccelli, l’acqua che scorre, i passi sull’erba.

Quando parliamo con un ipoacusico è importante capire che sentire forte è completamente diverso dal sentire chiaro e che in molti casi, anche se ha degli apparecchi acustici, l’udito è sì migliore ma non perfetto.

Cerchiamo quindi di evitare di alzare la voce e concentriamoci piuttosto sullo scandire le parole, a dargli quasi un ritmo. In questo modo metteremo a proprio agio chi ci ascolta e gli doneremo un momento di serenità.

Cerchiamo anche di evitare la comunicazioni tra stanze, funziona poco tra normoacusici figuriamoci con chi ha un problema uditivo.

Aumentiamo il contatto visivo con l’interlocutore e parliamo frontalmente quando possibile.

Se comunque ci sono problemi, consigliamo al nostro caro di fare una visita di controllo o magari fissiamo noi direttamente un appuntamento, meglio se con uno studio audiospecialistico come Udire.

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