
Con la parola “idrope” si indicano gli accumuli di liquido anomali sottocutanei o in diverse strutture anatomiche. Le tipologie di idrope sono diverse a seconda della zona del corpo: quelle più frequenti sono l’idrope fetale, l’idrope della colecisti e l’idrope endolinfatica di cui tratteremo in questo post. Tale disturbo implica l’accumulo di liquido all’interno dell’apparato uditivo. Questa situazione costituisce una condizione patologica talvolta anche invalidante.
Quando una persona soffre di questo problema ha un’accumulo anomalo di endolinfa, all’interno della coclea o nel labirinto. Queste due strutture consentono l’equilibrio del soggetto e la percezione dei suoni che vengono compromesse in presenza di idrope endolinfatica.
L’endolinfa e l’orecchio interno
La parte più profonda dell’orecchio comprende due importanti elementi cavi, la coclea e l’apparato vestibolare (labirinto, canali semicircolari, utricolo, sacculo): la prima è quella struttura a forma di chiocciola che serve per sentire (capace di trasformare le vibrazioni sonore in stimoli elettici), la seconda serve per il mantenimento dell’equilibrio del soggetto (nella fattispecie i canali semicircolari).
Nel sistema cocleare e nel vestibolo c’è l’endolinfa, con compiti importantissimi di trasmissione e di regolazione. Se il fluido si accumula si genera idrope. La conseguenza è una dilatazione degli spazi e delle membrane e un aumento di pressione nell’orecchio interno: cose che possono avere conseguenze anche gravi.
L’organo che ha la funzione di regolare tale quantità di fluido è il sacco endolinfatico: questo aiuta a compensare variazioni lievi, ma non è in grado di rispondere a variazioni cospicue con le conseguenze appena citate.
Cause dell’idrope endolinfatica
Le cause che conducono a questo disturbo possono essere diverse. Talvolta si manifestano senza apparenti ragioni, in altri casi invece compare dopo eventi straordinari come una reazione allergica o un trauma. Nel primo caso si parla di idrope endolinfatica idiopatica, nel secondo di idrope endolinfatica secondaria.
Quando il disturbo si presenta “senza motivo” molto spesso si tratta di una prima manifestazione della malattia di Ménière. Questa è una patologia cronica che porta gradualmente alla perdita della capacità uditiva e a problemi di equilibrio.
Sintomi dell’idrope endolinfatica
Principalmente l’idrope comporta due sintomi fondamentali: perdita dell’udito progressiva (specie se non si interviene) e vertigini. Accanto a questi sintomi si possono manifestare anche:
- acufene e tintinnii;
- vertigini rotatorie con svenimenti;
- sensazione di pressione nel canale uditivo (fullness);
- Ansia e panico di fronte a perdita dell’equilibrio;
I sintomi dell’idrope cocleare o vestibolare si manifestano nella maggior parte dei casi in modo asimmetrico. Quindi il problema è a carico di un orecchio solamente o in tutti i casi in modo disomogeneo fra destra e sinista. Proprio per questo vengono inviati segnali discordanti al cervello riguardo la posizione spaziale del paziente generando perdita di equilibrio e vertigini.
La perdita dell’udito che si ha in questi casi è diagnosticata come ipoacusia neurosensoriale. Chi soffre di questo tipo di sordità fatica a comprendere la voce parlata e tende a essere ipersensibile a suoni o rumori tollerabili dal normoudente (colui che sente bene).
Diagnosi e terapia
Per una corretta diagnosi su tutti i problemi legati all’ orecchio interno occorre fare una visita da un medico specialista. Dopo un esame obiettivo si procederà con test specifici, come l’audiometria. La terapia per l’idrope endolinfatica consiste perlopiù in cure per alleviare i sintomi (in particolare le crisi vertiginose) e consentire al paziente di ridurre i limiti della patologia. Di solito si procede con una terapia farmacologica e con l’adozione di dispositivi per sentire meglio, come gli apparecchi acustici. Quando la malattia è in stadio avanzato e le cure farmacologiche non sono più sufficienti si può valutare anche la terapia chirurgica.
Dott. Bottazzi Ronni