Grandi catene e piccole realtà: siamo sicuri che il centro acustico scelto sia davvero affidabile?
Da qualche anno tutta Italia assiste imperterrita alla nascita (e spesso alla chiusura) di centri acustici su tutto il territorio nazionale. Da un punto di vista di esperienza lavorativa posso affermare fermamente che il settore audioprotesico ha visto negli anni grande professionalità e successo per alcuni, enorme incompetenza e delusione per altri. Il problema è presto detto:
gli apparecchi acustici costano tanto e non tutti i pazienti riescono ad averne i benefici sperati.
Apparecchi acustici: la verità che non dicono
Occorre partire da un presupposto: ogni apparecchio acustico è fatto per funzionare al meglio in base a un determinato tipo di problema.
Stiamo parlando di strumentazione medica che rispetta necessariamente i canoni del Ministero della Salute. Dobbiamo quindi concentrare la nostra attenzione altrove. Nel momento in cui entriamo in un centro acustico, sia questo di una grande catena o di una singola realtà locale dobbiamo pensare a questi importantissimi fattori:
Longevità
L’acquisto di un apparecchio acustico stabilisce necessariamente un rapporto continuativo con chi lo applica: si parla di anni, non giorni.
Il paziente quindi deve assicurarsi che la struttura alla quale si rivolge rimanga negli anni.
Purtroppo, da professionista dell’udito, ho incontrato persone che sedotte dalla novità di una nuova apertura, hanno acquistato apparecchi acustici da centri che poi hanno chiuso dopo appena un anno. Persone che sono state illuse, raggirate, tradite. Spesso dopo la chiusura del centro sotto casa, il posto più vicino della stessa catena è a centinaia di chilometri di distanza. Da audiospecialista sono rimasto veramente amareggiato da queste esperienze perché la prima cosa necessaria per instaurare un rapporto col paziente è la fiducia.
Quando scegliete un centro acustico assicuratevi che sia presente da tempo, vorrà dire che già altri hanno posto la loro fiducia in esso e non è stata tradita.
Professionalità
In questi anni la categoria dell’audioprotesista ha visto due tendenze:
- aumento della specializzazione e professionalità;
- diminuzione delle competenze a favore della vendita;
nel primo caso c’è stata la specializzazione verso quello che oggi è l’audiospecialista. Nel secondo caso si è arrivati ad una diminuzione della professionalità a favore della “vendita a tutti i costi”. Questa tendenza è spesso enfatizzata da quotazioni in borsa, bilanci aziendali approvati dagli azionisti, ecc. Niente che abbia a che vedere con la salute del paziente, con la tutela del benessere o con la volontà di aiutare. Mi riferisco all’audioprotesista che con la sua valigetta gira tutta la provincia in cerca disperata di una vendita, al “professionista” che viene a domicilio pur di vendere e poi scompare, ai call center che chiamano a qualsiasi ora pur di avere un nominativo a cui proporre prodotti e persino agli sciagurati che applicano protesi acustiche anche quando non servono o non hanno l’abilitazione da parte della legge.
Da professione legata al settore medico si è passati ai venditori di pentole grazie alle multinazionali.
Da paziente chiedetevi sempre:
- chi ho davanti è un professionista capace?
- Ha a cuore la mia salute e il mio benessere?
Apparecchiature audiologiche e struttura di servizio
Per risolvere un problema occorre prima capirlo.
La dotazione minima di uno studio audiospecialistico è composta da:
- videotoscopia: con una mini telecamera si guarda il condotto uditivo del paziente in modo che l’operatore veda lo stato dell’orecchio e lo possa vedere anche l’esaminato tramite un monitor.
- impedenzometria: uno strumento apposito verifica lo stato di salute del timpano e condizione della catena ossiculare (orecchio medio).
- camera silente: per fare dei test veritieri occorre porre il paziente in uno stato di silenzio quasi assoluto, ecco quindi che occorre una struttura totalmente insonorizzata.
- audiometria multifunzione: l’audiometro deve poter eseguire test dell’udito, vocale in cuffia, esame della via ossea, MCL e UCL, acufenometria ecc.
- vocale in competizione: questo strumento fondamentale ci permette di individuare la capacità discriminatoria in ambito rumoroso, in altre parole quanto il paziente capisce in mezzo alla confusione. Con questo test andiamo ad analizzare la sensazione che il paziente definisce come “sento ma non capisco la parola”.
Se manca anche solo una di queste strumentazioni probabilmente siete in un negozio che si occupa della vendita di apparecchi acustici e non in uno studio audiospecialistico.
Quindi da pazienti chiedetevi sempre:
prima di esprimere un parere, l’audioprotesista mi ha esaminato adeguatamente?
Se invece si è basato esclusivamente su un test dell’udito magari fatto da altri è il caso che usciate immediatamente.
Prova gratuita dell’apparecchio acustico? Molto male
Questa scappatoia è stata inserita dalle multinazionali per convincere all’acquisto i diffidenti e gli indecisi. In sostanza, un apparecchio acustico che può essere indossato da chiunque viene fornito a una persona che se non lo gradisce lo ridà indietro. Questo spesso serve a compensare le scarse competenze tecniche del venditore. Ma vi siete mai chiesti…
Che fine fa l’apparecchio acustico quando viene restituito?
Dubito che un bene venduto per migliaia di euro venga distrutto così. Probabilmente verrà utilizzato in un altra prova, con un altro malcapitato che potreste essere voi.
Per avere il risultato migliore un apparecchio acustico deve essere studiato e pensato per il singolo orecchio della singola persona: se si adatta a chiunque diventa un prodotto industriale e a quel punto vale molto meno. Mi fanno sorridere le pubblicità che dicono: “Prova gratuita dell’apparecchio su misura per te”. Quanti dentisti conosciamo che fanno la dentiera su misura e nel caso non vada bene la ritirano per darla a qualcun altro? A parte il disgusto per la cosa, la risposta è semplice: nessuno.
Apparecchio acustico e pubblicità
Stiamo in tema di pubblicità e approfondiamo anche questo ambito. Siamo bombardati da:
- pubblicità in televisione a ogni ora;
- pubblicità sui cartelloni stradali;
- pubblicità sugli autobus e metro;
- pubblicità sui taxi e via posta;
Chi paga tutto questo?
La pubblicità è “l’anima del commercio” si sa. Appunto: serve per vendere. Quanti medici conosciamo che fanno tutti questi reclami? Difficilmente ne conosciamo. Principalmente per due motivi:
- la pubblicità è molto costosa e l’unico modo per ripagarla è caricarla sul paziente;
- chi è affermato da tempo vive di passaparola e della fiducia dei pazienti soddisfatti;
Se iniziate a vedere pubblicità o volantini con sconti mirabolanti, mesi dell’udito o nuovi circuiti che rimangono sulla punta di un dito e risolvono tutti i problemi EVITATE ASSOLUTAMENTE di presentarvi, il vostro portafoglio vi ringrazierà.
Servizio a domicilio per test uditivo
Da pazienti, e questa volta mi ci metto anch’io, poniamoci una domanda:
Il nostro dentista ci ha mai visitato a domicilio?
No e sapete perché? Perché occorrono strumentazioni sofisticate e che non si possono rinchiudere in una valigetta. Per lo stesso motivo, chi viene a casa si presenta con pochi, semplici strumenti: carta e penna per farvi acquistare qualcosa. Potete anche evitare di aprirgli.
Sperando di avervi fornito un aiuto concreto
Dr. Ronni Bottazzi