Apparecchio acustico: perché le persone non lo portano

Ci sono principalmente tre motivi per cui una persona decide di portare o non portare l’apparecchio acustico. Può fare questa scelta prima dell’acquisto o molte volte il pentimento spinge il paziente a sospenderne l’utilizzo a posteriori. Tante altre volte il paziente risolve il suo problema e nessuno si accorge del suo (passato) problema uditivo. Si sa che

Fa più rumore un albero che cade dell’intera foresta che cresce.

Parto da dire che in molti casi l’apparecchio acustico NON è la soluzione al problema uditivo e io stesso ne sconsiglio l’utilizzo. Tutto dipende dal singolo caso che va valutato attraverso una serie di esami approfonditi. Di seguito analizzeremo le tre principali cause che portano al fallimento o al successo del paziente.

Il professionista (primo aspetto)

Il professionista a cui si rivolge il paziente deve essere capace di fare il suo mestiere (scontato? Molto spesso no). Si capisce principalmente da questi fattori:

  1. indagine storica e percezioni;
  2. valutazione della situazione;
  3. proposta di eventuali soluzioni;

Indagine storica e percezioni del paziente

Il professionista dedica tempo a comprendere ciò che il paziente ha notato sul proprio udito e sulla propria situazione. In questa fase si raccolgono le sensazioni e si ascolta l’opinione del paziente e dei familiari (se presenti) sulla situazione uditiva e la comunicazione quotidiana. In questa fase bisogna anche comprendere i motivi per cui il paziente cerca una soluzione e le aspettative che ha sul risultato finale.

Valutazione della situazione

Attraverso esami specifici e completi si va ad analizzare la situazione uditiva attuale e facendo eventualmente un confronto con esami audiologici del passato. Tale fase consiste in:

  1. videotoscopia;
  2. impedenzometria;
  3. vocale in competizione;
  4. test dell’udito;
  5. M.C.L.;
  6. U.C.L.;
  7. vocale in cuffia;
  8. acufenometria;
  9. varie ed eventuali;

Molte persone ritengono che il servizio a domicilio proposto da molti centri audioprotesici sia efficace. Attualmente questi test non sono trasportabili a domicilio e molte volte le aziende che vendono apparecchi acustici li ritengono superflui perché richiedono tempo, attenzione al paziente e strumentazioni sofisticate.

Il mio consiglio è di copiare tale elenco e di chiedere al centro acustico quali di questi esami sono soliti fare. Più la loro lista si accorcia più conviene dubitare della professionalità.

Proposta di eventuali soluzioni

A differenza di quello che dicono le pubblicità sensazionali sulle nuove tecnologie uditive, ci sono molti casi in cui il paziente non ha benefici dall’uso dell’apparecchio acustico. Altre volte invece non può essere risolutivo per le aspettative o le esigenze del caso. Queste valutazioni il professionista DEVE farle nell’interesse del paziente e DEVE anticipare eventuali criticità riscontrate, PRIMA di chiedere denaro al paziente. Perché il rapporto professionista – paziente si basa prima di tutto sulla fiducia. Meglio una brutta verità iniziale che una bella bugia che illuda il paziente.

La tecnologia (secondo aspetto)

La tecnologia è un’ altro fattore importantissimo per la riuscita dell’eventuale applicazione protesica. Tale aspetto riguarda sia il professionista che il paziente.

Il professionista deve mettere a disposizione le strumentazioni migliori e tecnologicamente più evolute per eseguire i test valutativi al paziente. Al contempo il consulente, deve consigliare la miglior soluzione uditiva utile al paziente. Ricordiamo che bisogna lasciare da parte pubblicità e apparecchi acustici di moda visti nelle pubblicità. Il paziente ha delle esigenze da risolvere, non soldi da spendere in funzionalità inutili per il proprio caso.

La tecnologia riguarda anche il paziente perché l’audiospecialista consiglia e l’assistito accetta la proposta. Se il paziente decide di spendere meno per un’altra tecnologia o preferisce fare di propria iniziativa è libero di farlo consapevole di assumersi le sue responsabilità.

La volontà del paziente (terzo aspetto)

Questo è l’aspetto più importante e di cui il professionista non ha nessuna responsabilità. L’audiospecialista può aiutare e migliorare la qualità della vita del paziente solo se il paziente vuole essere aiutato. Lo scopo dell’audiospecialista è quello di consentire una libera scelta consapevole al paziente. Molte persone minimizzano il proprio problema e rimandano per anni qualsiasi forma di verifica e controllo dell’udito. Questa scelta le porta poi a decidere affrettatamente ingolosite dalla prova gratuita dell’apparecchio verso il fallimento certo. Perché la tecnologia e il professionista fanno il possibile ma quando la situazione è troppo grave, è difficile risolvere. Madre natura ci dà un organo importantissimo come l’udito: sta in noi la scelta di tutelarlo e di averne cura.

Tornando per un attimo sul professionista capace, è importante che il paziente sappia quali sono i motivi per cui gli è utile portare l’apparecchio acustico e seguire la corretta terapia protesico riabilitativa. Lo scopo dell’audiospecialista è di seguire il paziente per il resto della sua vita e non vendere l’oggetto protesi acustica nel breve periodo. Pertanto è fondamentale accompagnare il paziente nel suo percorso riabilitativo facendo percepire i risultati ottenuti e i successi conseguiti rispetto alle aspettative iniziali del paziente. Solo così il paziente può risolvere il problema uditivo e tornare a una vita serena e in armonia con le persone che lo circondano.

Dr. Bottazzi Ronni

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